L’alterata meccanica della prima articolazione metatarso-falangea, inoltre, con l’andare del tempo può determinare la comparsa di fenomeni di artrosi. Il progressivo aggravamento e aumento di dimensioni della deformità ossea, inoltre, comporta un danno funzionale (l’alluce si irrigidisce e i movimenti sono limitati, per cui può diventare difficile camminare e indossare le calzature) e anche estetico.
In virtù della sintomatologia sin qui descritta, la diagnosi può essere facilmente ottenuta sulla base della visita medica, corredata da un’anamnesi accurata (il medico si informa sulle caratteristiche e la durata dei sintomi, sulle abitudini di vita, sul tipo di calzature indossate abitualmente, sulla storia clinica del paziente ecc.), e dell’esame clinico scrupoloso del piede nel suo complesso, alla ricerca delle possibili cause della deformità (potranno essere valutati per esempio la condizione della pianta del piede, la presenza di anomalie come il piede cavo o piatto, la rigidità o meno delle articolazioni, la posizione di appoggio del calcagno a riposo ecc.). Si esaminerà inoltre la condizione dell’articolazione metatarso-falangea del primo dito, in fase sia di scarico (cioè senza appoggiare il piede a terra) sia di carico.
In genere poi il medico può ricorrere a esami ulteriori per identificare con precisione l’entità della deviazione dell’alluce e la condizione dell’articolazione coinvolta: si ricorre per lo più a una radiografia sotto carico, mentre altri tipi di esame, come la risonanza magnetica, possono eventualmente essere richiesti se si sospettano altre problematiche.