Una terza possibilità è che il dolore articolare durante la notte o al risveglio inizi a manifestarsi in modo ripetuto senza una causa evidente, in persone che non ne avevano mai sofferto in precedenza. Questa eventualità, abbastanza frequente dopo i 40 anni (soprattutto nelle donne), deve essere posta all’attenzione del medico e indagata, oltre che nel contesto della visita, anche con alcune analisi del sangue e indagini strumentali per arrivare a una diagnosi precisa e individuare la cura più appropriata.
Limitandosi a considerare i rimedi sintomatici per alleviare i dolori articolari notturni, quelli più rapidi e semplici da usare sono gli antidolorifici e i farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), disponibili in numerose formulazioni, da assumere per bocca (compresse, polveri orodispersibili o da sciogliere in acqua ecc.) oppure da applicare localmente (gel, creme e cerotti medicati, che possono essere applicati prima di andare a letto).
In fase post-acuta, quando il dolore articolare è sotto controllo, per rinforzare i muscoli e i tessuti di sostegno delle articolazioni interessate e prevenire la ricomparsa dei sintomi, il medico potrà prescrivere cicli di fisioterapia, con esercizi a terra o in acqua, di norma molto utili per migliorare la funzionalità e il benessere articolari.
Se il dolore articolare notturno è dovuto ad artrosi o a lesioni localizzate in un punto specifico (per esempio, gonartrosi o danni ai menischi), lo specialista ortopedico può prescrivere iniezioni intrarticolari di acido ialuronico. In caso di forte infiammazione, invece, possono essere prescritte infiltrazioni di corticosteroidi. Entrambe le procedure vengono effettuate in ambulatorio, e sono di norma efficaci nell’attenuare i sintomi, almeno per alcuni mesi.
Soltanto nei casi più gravi, quando il dolore articolare appare intrattabile con i farmaci e la fisioterapia e si associa a una significativa invalidità funzionale (impossibilità di usare l’articolazione interessata), lo specialista potrebbe prendere in considerazione la chirurgia, oggi di norma eseguita prevalentemente per via artroscopica. In questi casi, dopo l’intervento è sempre previsto e indispensabile un periodo di riabilitazione di alcune settimane o mesi.