
Nonostante il nome, questo disturbo non colpisce solo i giocatori di tennis. Scopriamo insieme sintomi e cause di questa tendinopatia e, soprattutto, come affrontarla.
Non serve necessariamente essere un giocatore di tennis professionista o amatoriale per soffrire del cosiddetto âgomito del tennistaâ. Con questo termine, infatti, si identifica lâepicondilite laterale, una condizione dolorosa che colpisce i tendini del gomito in seguito a una loro sollecitazione eccessiva. Si può facilmente intuire, quindi, che lâuso della racchetta da tennis non rappresenta lâunico fattore scatenante possibile: è anzi una patologia piuttosto comune, soprattutto nei soggetti di mezza etĂ , senza particolari distinzioni di genere. Le opzioni di trattamento non mancano: ecco tutto quello che câè da sapere a riguardo.
Il gomito del tennista è una tendinopatia a carico dei tendini che si uniscono ai muscoli dell'avambraccio nella parte esterna del gomito. Per essere piĂš chiari, facciamo una breve panoramica dellâanatomia della zona interessata.
Lâarticolazione del gomito è composta da tre ossa: lâomero (lâosso della parte superiore del braccio), il radio e lâulna (le due ossa dellâavambraccio). Per la precisione si tratta di tre diverse articolazioni (lâomero-radiale, lâomero-ulnare e la radio-ulnare) comprese in una sola capsula articolare. Legamenti, muscoli e tendini contribuiscono a tenere unita l'articolazione del gomito.
Sulla parte inferiore dellâomero sono presenti delle piccole sporgenze ossee chiamate epicondili: una laterale e una mediale (chiamata anche epitroclea). Ă su queste sporgenze che si inseriscono i tendini epicondiloidei che collegano alle ossa parte della muscolatura dellâavambraccio.
Nel caso specifico del gomito del tennista, i tendini coinvolti sono quelli dei muscoli epicondiloidei, che permettono i movimenti di estensione delle dita e del polso.
Quando, invece, è interessato il tendine che si inserisce sul lato interno del gomito, si parla di epicondilite mediale oppure epitrocleite, nota anche come gomito del golfista.
Come giĂ anticipato, il gomito del tennista è una tendinopatia. Classicamente è identificata come unâinfiammazione dei tendini, ma lâinfiammazione è presente solo nelle primissime fasi della malattia ed è lieve, per cui oggi si preferisce classificarla come una tendinosi, cioè un processo di degenerazione tendinea (con, per esempio, ispessimento o assottigliamento dei tessuti tendinei e formazione di calcificazioni).
Lâepicondilite laterale è generalmente conseguenza di un sovraccarico funzionale: movimenti ripetitivi dei muscoli estensori, tanto piĂš se scorretti, possono sottoporre i tendini a sollecitazioni frequenti, determinando microtraumi che indeboliscono e/o danneggiano alcune fibre tendinee.
Può succedere in chi pratica sport che richiedono movimenti ripetuti del polso e del braccio: il tennis, appunto, ma anche lo squash o il badminton, per esempio. NellâattivitĂ sportiva, inoltre, lâepicondilite è spesso conseguenza dellâuso di attrezzature inadeguate o della pratica con tecniche scorrette.
Il problema, però, non si limita allâattivitĂ sportiva: anche molte professioni richiedono movimenti ripetitivi di braccio e polso che possono determinare la comparsa di epicondilite laterale. Il gomito del tennista, per esempio, spesso colpisce i pittori, gli idraulici, i falegnami, i carpentieri, i macellai.
In generale, sono ritenuti fattori di rischio per lo sviluppo di epicondilite:
Per quanto sia meno frequente, il gomito del tennista può derivare anche da un trauma diretto.
Segni e sintomi piĂš comuni dellâepicondilite laterale comprendono:
Il dolore del gomito tende a irradiarsi lungo lâavanbraccio, fino alla mano. Inizialmente è lieve e intermittente, può comparire solo con attivitĂ intense e scomparire a riposo, ma può peggiorare nel corso del tempo, prima manifestandosi anche con attivitĂ non troppo intense, fino a diventare, a volte, anche continuo (in alcuni casi può interferire con il riposo notturno). In genere è interessato un solo braccio (quello dominante), piĂš raramente entrambi gli arti superiori.
I dolori, inoltre, tendono ad aggravarsi in seguito per esempio alla flessione delle braccia, al sollevamento di un carico, a movimenti del polso come quelli fatti per girare una chiave nella serratura o stringere una mano.
Tipicamente la sintomatologia può protrarsi per un periodo che va da 6 a 24 mesi, ma gran parte dei soggetti colpiti (circa 9 su 10) ha un recupero completo entro un anno.
Alla comparsa dei sintomi è opportuno sottoporsi a una visita medica (si può fare riferimento al proprio medico curante o a uno specialista in ortopedia e traumatologia) per arrivare a una diagnosi del disturbo, escludendo eventuali altre problematiche, e procedere cosÏ alla terapia piÚ adatta.
La diagnosi di questa tendinopatia è principalmente clinica, cioè può essere sufficiente lâanamnesi, vale a dire la raccolta delle informazioni sulla salute del soggetto, la storia medica e le sue abitudini (anche il tipo di attivitĂ svolta per esempio), seguita da un accurato esame fisico.
A questo scopo, oppure se i primi approcci terapeutici non risultano efficaci, possono eventualmente essere richiesti ulteriori accertamenti:
Terapia dellâepicondilite laterale
La terapia contro il gomito del tennista prevede innanzitutto una serie di trattamenti e strategie di tipo conservativo.
In fase acuta, per alleviare il dolore a breve termine, possono essere consigliati:
Riposo non significa però immobilità totale. Per il sollievo dal dolore del gomito a lungo termine e/o per il miglioramento funzionale della parte colpita, infatti, è in genere consigliata una fisioterapia specifica. Possono per esempio essere previsti, sotto la guida e il controllo del fisioterapista, esercizi stretching, cioè di allungamento dei muscoli epicondiloidei contratti, ed esercizi mirati al rafforzamento della muscolatura. Può essere contestualmente indossato uno specifico tutore per epicondilite.
Il fisioterapista può avvalersi anche della terapia manuale (ricorrendo a tecniche specifiche di massaggio, manipolazione e mobilizzazione) e della terapia fisica strumentale, cioè che sfrutta specifici macchinari, come, per esempio, la terapia a ultrasuoni e la terapia con onde dâurto.
Se nessuna delle soluzioni di tipo conservativo sin qui descritte si rivela efficace per la guarigione, può essere valutato il ricorso allâintervento chirurgico, che deve essere valutato caso per caso da uno specialista , per rimuovere il tessuto tendineo degenerato. Allâoperazione segue poi un periodo di riabilitazione, secondo un modello riabilitativo generalmente personalizzato.
Chi pratica sport che prevedono movimenti ripetitivi del braccio, per prevenire il gomito del tennista dovrebbe imparare da subito lâesatta tecnica di esecuzione dellâattivitĂ prescelta (facendo eventualmente riferimento anche a istruttori professionisti) per evitare di compiere movimenti scorretti. Ă bene, inoltre, utilizzare attrezzature adeguate.
In generale poi, mai cominciare la pratica sportiva a freddo, ma prevedere una ginnastica di riscaldamento, con esercizi di stretching dedicati in particolare allâallungamento del gomito, o meglio, dei muscoli dellâavambraccio.
Anche seguire un allenamento mirato al rinforzo dei muscoli dellâavambraccio, suggerito da un fisioterapista, può essere un aiuto in termini di prevenzione, anche per quanti, pur non praticando unâattivitĂ sportiva, svolgono mansioni che richiedono lâuso ripetuto del braccio e del polso e/o la gestione di carichi pesanti.
Secondo alcuni studi, infine, obesitĂ e fumo sono due fattori di rischio per il gomito del tennista: per cercare di evitare il problema, oltre che per salvaguardare la salute di tutto lâorganismo, può essere quindi consigliabile abbandonare le sigarette e cercare di mantenere un corretto peso forma.
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