Si dà spesso per scontato che l’improvvisa esposizione al freddo possa causare una contrattura muscolare, ma in realtà anche su questo legame non sembrano esserci sostanziali prove nei libri di medicina più autorevoli e gli studi scientifici sono limitati e dai risultati contrastanti.
Non mancano però ricerche che evidenziano come la temperatura influenzi le capacità contrattili dei muscoli: se la temperatura muscolare si abbassa, si riducono anche le prestazioni del muscolo, in particolare diminuiscono la velocità di contrazione e di rilassamento. Basse temperature, infatti, inducono una vasocostrizione, cioè un restringimento dei vasi sanguigni, che riduce l’apporto di sangue e rallenta gli scambi di ossigeno ed elettroliti necessari al muscolo per lavorare. In sostanza, quindi, la muscolatura si irrigidisce. Del resto nello sport, per migliorare le prestazioni e ridurre il rischio di lesioni, generalmente si raccomanda di riscaldare la muscolatura, e, al contempo, per rilassare e sciogliere muscoli tesi, con effetto antidolorifico, e promuovere la circolazione sanguigna e l’apporto di sostanze nutritive il consiglio per eccellenza è quello di fare impacchi di calore.
Forse, quindi, l’esposizione al freddo potrebbe essere sufficiente a determinare una contrattura dolorosa in un muscolo già troppo sollecitato, per esempio da una posizione scorretta assunta a lungo o abitualmente.
Uno studio, in particolare, ha rilevato che quando la temperatura muscolare periferica scende al di sotto della temperatura corporea centrale (37°C) è necessaria meno energia per danneggiare il muscolo. Quindi, si potrebbe ipotizzare che, dopo l’esposizione al freddo, uno sforzo improvviso o un movimento brusco possano contribuire più facilmente a determinare una forte contrattura.