Dolori muscolari alle gambe: cosa fare, quali sono le cause e quando andare dal medico

Dolori Muscolari alle Gambe: cause e trattamento | Brexidol

A cura della Redazione Brexidol

Dolori muscolari alle gambe

I dolori alle gambe sono un disturbo piuttosto diffuso. A volte a causarli è un trauma o una lesione, magari dovuta a movimenti inopportuni o a un allenamento di intensità eccessiva, altre volte si tratta di dolori articolari associati all'artrosi o a una malattia reumatica, come l'artrite. In molti casi, però, il problema è localizzato a livello muscolare.

Anatomia dei muscoli della gamba

La gamba è composta da diversi muscoli che sono necessari per camminare, correre, saltare o stare in piedi; questi, insieme a ossa, tendini e legamenti, assicurano stabilità al corpo e ne sostengono il peso.
I muscoli della gamba possono essere divisi in muscoli della parte inferiore e muscoli della parte superiore.

Tra i muscoli della parte inferiore rientrano:

  • Muscoli anteriori: estensore lungo delle dita, estensore lungo dell'alluce, peroneo terzo e tibiale anteriore.
    Si tratta di quattro muscoli che si estendono dal ginocchio fino al piede e consentono di sollevare il piede ed estendere le dita.
  • Muscoli laterali: peroneo lungo e peroneo breve.
    Questi muscoli iniziano appena sotto il ginocchio e corrono lungo la parte esterna inferiore della gamba, sino ad arrivare alla caviglia; garantiscono la stabilità del piede quando si cammina o si corre e permettono anche di muovere il piede lateralmente.
  • Muscoli posteriori: muscoli del polpaccio (gastrocnemio e soleo), flessore lungo delle dita, flessore lungo dell'alluce, popliteo e tibiale posteriore. Questi muscoli permettono di mantenere una buona postura, stare dritti, flettere e puntare le dita dei piedi, saltare, correre e bloccare il ginocchio.

Tra i muscoli della parte superiore (coscia), invece, ci sono:

  • Muscoli anteriori: muscolo pettineo, ilio-psoas, quadricipite femorale e muscolo sartorio.
    Questi muscoli contribuiscono all'equilibrio e alla stabilità e permettono di piegare ed estendere le ginocchia, flettere la coscia e ruotare le gambe.
  • Muscoli mediali: adduttore breve, adduttore lungo, grande adduttore, muscolo gracile e otturatore esterno.
    Questi aiutano a  muovere la gamba e permettono di flettere, estendere e ruotare la coscia.
  • Muscoli posteriori: bicipite femorale, muscolo semitendinoso e muscolo semimembranoso.
    Questi muscoli iniziano sotto i glutei, scendono lungo la parte posteriore della coscia e si estendono verso l'interno e l'esterno del ginocchio; aiutano a muovere la gamba avanti e indietro e a ruotarla nell'incavo dell'anca.

Cosa sono i dolori muscolari alle gambe e come riconoscerli

Quando si parla di dolore alle gambe ci si riferisce a un dolore o un disagio avvertito in una o entrambe le gambe. L'intensità può essere variabile (sorda e diffusa o intensa e localizzata) e la sensazione può essere quella di bruciore, fitta o crampo muscolare.
Le cause possono essere diverse e, tra queste, rientrano quelle localizzate a livello muscolare.
In generale, i dolori muscolari sono manifestazioni dolorose che si avvertono in corrispondenza delle fasce muscolari, soprattutto di gambe, braccia, schiena, spalle e collo. Questi possono essere causati da un'attività fisica intensa, da lesioni e/o traumi oppure essere il frutto dell'adozione di una postura sbagliata o di una situazione di stress eccessivo: questi ultimi due elementi, in particolare, favoriscono l'affaticamento dei muscoli.

Di per sé, che sia acuto o cronico, il dolore muscolare è un sintomo che, a seconda della causa che lo scatena, può inserirsi all'interno di una sintomatologia più o meno ampia.
Prendiamo per esempio la sindrome compartimentale cronica da sforzo (o CECS, dall'inglese Chronic Exertional Compartment Syndrome), una condizione muscolare e nervosa provocata dall'esercizio fisico che causa dolore, gonfiore e talvolta disabilità nei muscoli interessati delle gambe o delle braccia. Questa condizione, particolarmente diffusa tra gli atleti (giovani e adulti) e tra i runner a causa della ripetitività dei movimenti tipica della pratica di queste discipline, è caratterizzata da dolori muscolari in quattro zone delle gambe (anteriore, laterale, posteriore e posteriore profonda).

Il dolore inizia dopo aver sottoposto l'arto allo sforzo per un po' di tempo o nel momento in cui si raggiunge la massima intensità e tende ad aumentare e peggiorare progressivamente con l'attività fisica, sparendo o diventando meno intenso dopo circa 15 minuti di riposo. Prendersi una pausa dalla pratica dell'attività fisica o dedicarsi solo ad esercizi a basso impatto potrebbe alleviare i sintomi, ma il sollievo sarà solo momentaneo; nel momento in cui, per esempio, si ricomincerà a correre, i sintomi si ripresenteranno. Solitamente, la sindrome compartimentale da sforzo cronico si verifica nello stesso compartimento di un arto interessato su entrambi i lati del corpo, più frequentemente nella parte inferiore della gamba. Tuttavia, i fastidi non si presentano nello stesso modo in tutte le persone che ne vengono colpite.

In alcuni casi i dolori muscolari da sindrome compartimentale cronica da sforzo sono associati a rigidità (o tensione) muscolare, in altri a formicolio o intorpidimento dell'arto colpito. Altri sintomi comuni sono l'indolenzimento del piede, la debolezza dell'arto interessato, il gonfiore o il rigonfiamento, il bruciore e la dolorabilità al tatto delle aree interessate. Infine, la pressione a livello delle regioni anteriore, laterale e posteriore della gamba può arrivare a compromettere la capacità di muovere il piede.
Quando, invece, si ha a che fare con dolori associati a crampi, il fastidio si localizza nell'80% circa dei casi a livello dei polpacci. 

Questo tipo di dolore muscolare alle gambe colpisce in egual misura uomini e donne, solitamente di mezza età e anziani, ma può interessare anche i più giovani. I crampi compaiono spesso durante la pratica di attività fisica intensa, o immediatamente dopo, ma possono manifestarsi anche in condizioni di riposo, soprattutto durante il sonno.

Un tipo particolare di dolore muscolare alle gambe, intatti, è rappresentato dai crampi notturni, così chiamati proprio perché il fastidio colpisce durante la notte (e, per questo motivo, può essere associato ai disturbi del sonno).

Questi solitamente interessano i muscoli del polpaccio e del piede, causando una flessione del piede e delle dita; nonostante siano dolorosi, i crampi non sono considerati gravi e per questo sono detti "crampi benigni alle gambe".

Tipicamente, in caso di crampi il dolore è molto intenso, ma dura poco. Questa caratteristica permette di distinguerlo da un altro tipo di dolore ai muscoli delle gambe, quello dovuto alle contratture (ovvero contrazioni improvvise e involontarie di uno o più muscoli che restano tesi invece di rilassarsi, provocando dolore) che è, invece, meno intenso ma prolungato nel tempo. Le contratture muscolari possono coinvolgere qualsiasi muscolo del corpo, ma riguardano più frequentemente il polpaccio, le cosce, la schiena, il collo e le spalle. Questo tipo di dolore, che è associato a tensione, rigidità, a volte lividi e impossibilità di utilizzare il muscolo interessato, non insorge immediatamente e non è localizzato in un punto specifico.
Infine, in caso di stiramenti (che comportano l’allungamento eccessivo di un muscolo) o strappi (in cui si verifica invece la rottura delle fibre muscolari) il dolore muscolare può essere associato a difficoltà di movimento, gonfiore, perdita di colorito della zona interessata o formazione di ematomi e, se è coinvolta un'articolazione, rigidità articolare.

Le cause più diffuse

Come già anticipato, i dolori alle gambe possono avere molte cause diverse. In alcuni casi il fastidio ha origine nelle ossa o nei tendini, altre volte a scatenarlo sono problemi vascolari, alle articolazioni o ai nervi. I dolori di origine muscolare restano, però, fra i più frequenti.
Tra le principali cause nascoste dietro i dolori muscolari alle gambe, ci sono:

  • Crampi: brevi contrazioni improvvise e non intenzionali di un muscolo o di un gruppo di muscoli, che possono provocare dolore. Tra i principali fattori che aumentano il rischio e/o la gravità dei crampi vi sono la disidratazione, le carenze di sali minerali (in particolare di potassio, calcio e magnesio), l'assunzione di determinati farmaci (come alcuni diuretici, le statine e i beta-bloccanti) e, in particolare, i muscoli dei polpacci contratti (condizione che può verificarsi a causa del mancato stretching prima e/o dopo l'attività fisica, dell'inattività o dell'accumulo ripetuto di liquidi nella parte inferiore della gamba).
    Questi, inoltre, possono essere la conseguenza di un affaticamento eccessivo dei muscoli: così come esercizi troppo intensi, anche mantenere a lungo una postura non adeguata può finire per scatenare un crampo.
    Nel caso specifico dei crampi notturni, invece, la diagnosi è piuttosto semplice, mentre stabilire l'esatta origine di questo tipo di dolore muscolare potrebbe essere più difficile. È, infatti, noto che esistono dei fattori predisponenti, spesso sovrapponibili alle possibili cause che scatenano i crampi durante il giorno, ma non mancano i casi in cui i crampi notturni sono causati da problemi di circolazione, disturbi ormonali o metabolici, oppure a carico del sistema nervoso.
    Ancora più difficile è risalire all'esatta causa dei crampi alle gambe durante la gravidanza: fra le possibili spiegazioni sono incluse un insufficiente apporto di sangue ai muscoli, una riduzione dei livelli di calcio e magnesio, ma anche l'aumento degli stress cui sono sottoposte le gambe, legato anche all'aumento della pesantezza della pancia.
  • Stiramenti muscolari: questi si verificano quando le fibre muscolari si allungano eccessivamente o si strappano. Gli stiramenti possono colpire qualsiasi parte della gamba e solitamente derivano da un uso eccessivo o dalla pratica di attività fisica troppo intensa, soprattutto se l'esercizio svolto richiede avvii e arresti rapidi.
  • Gamba del tennista: si tratta di una lesione da stiramento muscolare che causa dolore al polpaccio. Nonostante possa verificarsi praticando qualsiasi tipo di attività fisica, viene chiamata in questo modo perché si verifica quando la gamba si estende e il piede si flette, posizione tipica dei tennisti quando servono una pallina da tennis, "spingendo" in movimento.
  • Strappi muscolari: si tratta di lesioni di uno o più fasci di fibre muscolari causate da uno stiramento improvviso o da un'eccessiva sollecitazione dei muscoli, a seguito dell'esecuzione, per esempio, di movimenti scorretti o eccessivamente bruschi. In base alla loro gravità, questi sono classificati in tre categorie (primo, secondo e terzo grado) e si manifestano con sintomi differenti, tra cui dolore acuto, edema, gonfiore ed ematomi.
  • Contratture muscolari: sono contrazioni involontarie dei muscoli che possono manifestarsi come conseguenza di movimenti bruschi, sforzi eccessivi durante la pratica dell'attività fisica, mancanza di riscaldamento e/o stretching, problemi posturali, stress emotivo o stile di vita troppo sedentario.

Tra le varie possibili cause di dolori alle gambe che non riguardano, però, i muscoli rientrano: l'artrite, l'ernia del disco, la gotta, le insufficienze renali e venose, il piede diabetico, la tromboflebite, la trombosi venosa e le vene varicose. Queste ultime, in particolare, sono vene superficiali delle gambe eccessivamente dilatate; chi ne soffre, spesso, avverte una sensazione di pesantezza e stanchezza delle gambe, dolore e prurito. Non tutti i soggetti, però, manifestano sintomi, nonostante abbiano vene molto grandi.

In alcuni casi è possibile che i dolori muscolari alle gambe siano associati ad altri sintomi, per esempio, al mal di testa. La spiegazione più semplice, in questi casi, è che alla loro base ci sia un'infezione virale. Tra i vari sintomi dell'influenza, infatti, vi sono anche i dolori muscolari, localizzati soprattutto su schiena e gambe, e la cefalea (anche grave).

Quando, invece, il dolore agli arti inferiori è associato al mal di schiena il problema potrebbe derivare da un'infiammazione dolorosa del nervo sciatico (sciatica), spesso dovuta all'ernia di un disco della colonna vertebrale che va a irritare la sua radice. In questo caso, il dolore parte dalla zona lombare (parte bassa della schiena) e scende lungo il nervo sciatico, passando sul gluteo e sulla gamba, fino a raggiungere il piede. Generalmente, la sciatica interessa un solo lato del corpo e il dolore può variare di intensità, passando da lieve a lancinante.

Non mancano, però, nemmeno i casi in cui il dolore alle gambe associato al mal di schiena non dipende dal coinvolgimento del nervo sciatico ma, piuttosto, da un problema a muscoli, ai legamenti, alle articolazioni o ai dischi intervertebrali.
In ogni caso, che questo sia muscolare o di altro tipo, individuare l'esatta causa scatenante del dolore alle gambe è fondamentale per poter intraprendere un trattamento adeguato. Per questo motivo, è sempre consigliato sottoporsi a una visita di controllo dal proprio medico curante, che valuterà il singolo caso e, se necessario, consiglierà al paziente di sottoporsi a esami specifici.

Trattamenti e rimedi utili

Per trattare adeguatamente il dolore alle gambe è fondamentale individuare l'origine esatta del disturbo, ma ci sono alcuni semplici rimedi che potrebbero portare sollievo dal dolore.
Quando quest'ultimo, per esempio, è causato da un'eccessiva pratica di attività sportiva, il primo rimedio utile per lenire il dolore è il riposo, che può essere affiancato a impacchi di ghiaccio o acqua fredda sulla zona dolente.

Altri accorgimenti utili da tenere in considerazione per contrastare affaticamento e pesantezza delle gambe sono:

  • favorire l'idratazione, bevendo molti liquidi;
  • mangiare frutta e verdura;
  • mantenere le gambe sollevate in condizioni di riposo;
  • assumere integratori a base di vitamine e potassio (su consiglio del medico).
Dolori muscolari

Nel caso di contrattura muscolare, invece, oltre al riposo (che, nei casi più lievi, è sufficiente per la guarigione) possono essere molto utili i massaggi decontratturanti e/o la tecarterapia, un trattamento basato sull'utilizzo di radiofrequenze utile per favorire il recupero in caso di patologie e/o traumi a carico dell'apparato muscolo-scheletrico.
Per quanto riguarda, invece, gli strappi muscolari i trattamenti variano a seconda della gravità del caso.  Se si tratta di uno strappo lieve, il medico raccomanderà il riposo per un paio di settimane e l'applicazione di un impacco freddo nella zona dolente per circa 15-20 minuti; in una prima fase, inoltre, potrebbe essere necessario bendare o fasciare la parte interessata o ricorrere a un lieve trattamento farmacologico per lenire il dolore.

Altro rimedio utile potrebbe essere quello di sollevare il muscolo interessato dallo strappo. Nel caso, invece, in cui lo strappo sia più grave, il periodo di riposo può anche superare il mese. In ogni caso, al termine della fase di riposo al paziente sarà consigliato di sottoporsi a delle sedute di fisioterapia, utili per ripristinare la funzionalità delle articolazioni coinvolte.

In sintesi, quindi, a seconda della natura e della gravità della lesione muscolare che dà origine al dolore, il medico potrà consigliare:

  • Massoterapia: i massaggi possono aiutare a recuperare dagli infortuni, migliorando la flessibilità e la libertà di movimento; per coloro che offrono di crampi alle gambe, per esempio, massaggiare i muscoli con un rullo o con le mani può essere utile ad alleviare il dolore e rilassare i muscoli tesi.
  • Farmaci: il medico potrà consigliare l'assunzione di farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) o di farmaci antidolorifici su prescrizione.
  • Metodo RICE: questo metodo (acronimo di Rest, Ice, Compression, Elevation - ovvero Riposo, Ghiaccio, Compressione, Elevazione) prevede proprio il riposo e l'applicazione di ghiaccio o impacchi freddi a intervalli di circa 20 minuti. È sempre bene ricordare che il ghiaccio non deve essere applicato a contatto diretto con la pelle, ma è necessario avvolgerlo in un panno.
  • Fisioterapia: seguire un programma di fisioterapia può aiutare a rafforzare i muscoli delle gambe, ma è importante rivolgersi a un fisioterapista, che saprà consigliare il momento e le modalità più opportune per intraprendere il percorso.
  • Stretching: eseguire degli esercizi di allungamento può alleviare il dolore o la tensione alla gamba, ma è bene farsi consigliare da uno specialista, così da evitare di eseguire movimenti che potrebbero peggiorare la condizione.
  • Chirurgia: l'intervento chirurgico solitamente non viene considerato un trattamento per i dolori muscolari delle gambe, ma può essere raccomandato dal medico in caso di grave strappo muscolare.

Prevenzione

Sebbene i dolori muscolari alle gambe possano derivare da differenti cause e avere fattori di rischio diversi, ci sono una serie di abitudini che possono essere adottate per prevenirli. Tra questi:

  • Controllare il proprio peso corporeo: i soggetti in sovrappeso hanno maggiori probabilità di stirarsi un muscolo o infortunarsi, in quanto i chili in eccesso possono esercitare pressione eccessiva sulle gambe, sovraccaricandole.
  • Idratarsi: assumere tanti liquidi e bere acqua a sufficienza riduce il rischio di crampi alle gambe.
  • Fare stretching: riscaldare adeguatamente i muscoli prima di cominciare l'attività fisica è importante, in quanto i muscoli caldi hanno meno probabilità di strapparsi; inoltre, è importante aumentare gradualmente l'intensità degli esercizi.
  • Fare attenzione ai farmaci: alcuni medicinali possono causare crampi alle gambe; se si soffre di questo problema spesso, quindi, è consigliabile rivolgersi al proprio medico per farsi indicare degli eventuali farmaci sostitutivi che non prevedano questo effetto collaterale.

Quando consultare un medico

Dolori muscolari alle gambe

Purtroppo, in alcuni casi, anche quelli che potrebbero sembrare semplici dolori muscolari alle gambe richiedono il consulto di un medico. Per esempio, se severi, problemi come stiramenti e strappi possono anche rendere necessaria una riabilitazione
In particolare, è bene non sottovalutare la situazione e rivolgersi al proprio medico quando il dolore alle gambe:

  • è accompagnato da gonfiore o rossore nella parte dolorante e/o febbre;
  • si presenta improvvisamente ed è particolarmente acuto;
  • peggiora camminando o facendo attività fisica, per poi migliorare sensibilmente una volta fermi;
  • non sembra attenuarsi dopo tre o quattro giorni.

Tutte le volte che si teme sia presente anche una frattura, se un'articolazione è fuori posto o se il movimento è associato a rumori insoliti è, invece, necessario recarsi subito al pronto soccorso.
In caso di gonfiore a entrambe le gambe è consigliabile rivolgersi ad alcuni medici specialisti, come il flebologo, l'angiologo o il chirurgo vascolare.
Infine, bisognerebbe chiedere il consiglio di un esperto tutte le volte in cui un dolore, seppur inizialmente non grave, non accenna a migliorare nonostante il riposo e gli altri accorgimenti presi per alleviarlo. E nel caso in cui si stia seguendo una cura a base di farmaci che si pensa possano aver scatenato il fastidio, è bene sospendere il trattamento e informare immediatamente il proprio medico.

Una volta in ambulatorio o in clinica sarà necessario descrivere accuratamente il dolore provato, senza dimenticare di riportare la presenza di altri sintomi, come intorpidimenti, mal di schiena o febbre. In base alle informazioni che gli verranno fornite, il medico potrà procedere con un esame fisico, volto a comprendere la natura del dolore e testare la funzionalità delle articolazioni; a questo scopo, inoltre, potrà chiedere al paziente di compiere particolari movimenti o di assumere determinate posizioni con il piede o la gamba.
Nel caso in cui lo ritenga necessario, inoltre, potrà prescrivere ulteriori esami di approfondimento, come l'ecografia o la risonanza magnetica per ottenere una diagnosi più accurata ed escludere malattie di altro genere.

In sintesi

I dolori muscolari alle gambe possono derivare da varie cause, tra cui crampi, stiramenti, strappi e sindrome compartimentale cronica da sforzo. Comprendere l'origine del dolore è fondamentale per comprendere come gestirlo e individuare il trattamento più adeguato a salvaguardare la propria salute generale.
Quando il dolore è legato alla pratica eccessiva di attività fisica, spesso può essere sufficiente il riposo e l'applicazione di impacchi freddi sulla zona dolente per alleviare i sintomi; in casi più complessi, invece, può essere necessario ricorrere a farmaci, massaggi e fisioterapia. La prevenzione gioca un ruolo chiave: mantenere sotto controllo il proprio peso corporeo, idratarsi a sufficienza e fare adeguati esercizi di stretching prima e dopo l'allenamento è fondamentale per scongiurare l'insorgenza del dolore. Nel caso in cui il dolore non accenni a diminuire, nonostante i trattamenti, è importante rivolgersi al proprio medico, che dovrà analizzare la condizione e individuare la soluzione più indicata per ripristinare il benessere e la funzionalità del corpo.

FAQ

Cosa fare per i dolori muscolari alle gambe?

In generale, a prescindere dalla causa scatenante del dolore, è buona norma mettere le gambe a riposo, possibilmente in posizione sollevata; possono essere utili anche impacchi con ghiaccio o acqua fredda e massaggi nella zona interessata dal dolore.

Quanto durano i dolori muscolari alle gambe?

La durata dei dolori muscolari alle gambe dipende dalla causa che li ha scatenati. In ogni caso, è bene rivolgersi a un medico quando il dolore persiste per più di tre o quattro giorni o non accenna a diminuire nonostante i trattamenti.

Quando preoccuparsi del dolore alle gambe?

Di solito, i crampi o i dolori legati all'eccessivo affaticamento non sono sintomi di cui preoccuparsi eccessivamente; può essere, invece, consigliabile cercare un parere di uno specialista se al dolore si affianca gonfiore, rossore, febbre e difficoltà nel movimento.

Quali esami vanno fatti per i dolori muscolari alle gambe?

In una prima fase, il medico procede con l'esame fisico del paziente, allo scopo di individuare l'origine del dolore. Qualora lo ritenga necessario, però, può indirizzarlo verso ulteriori esami. Se il dolore è di origine infiammatoria, per esempio, il medico può prescrivere le analisi del sangue, alla ricerca dei cosiddetti "indici di infiammazione" (Ves, fattore reumatoide, proteina C reattiva); se, invece, la causa è di tipo articolare, possono essere prescritti esami di imaging, come l'ecografia o la risonanza magnetica.

Fonti

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