Una volta appurata la presenza della lussazione, il primo passo è quello di ridurre il dolore, immobilizzando il braccio con un bendaggio o un tutore per tenere la spalla a riposo e posizionando sulla zona dolente un impacco di ghiaccio per 20-30 minuti ogni due ore. Possono essere utili anche farmaci antinfiammatori non steroidei, da applicare localmente (per esempio, con creme, gel o un cerotto medicato) nei casi più lievi, oppure da assumere per via orale. Non appena il dolore alla spalla inizia a diminuire, è importante muovere le dita, il polso e il gomito per evitare eventuali rigidità. In seguito, ma solo sotto la guida di un medico specialista in ortopedia o di un esperto di fisioterapia, si inizia a muovere la spalla, per evitare che diventi rigida o che si verifichi una situazione nota come spalla congelata. Si tratta di una patologia infiammatoria che non ha nulla a che vedere con il freddo, ma che limita sempre di più i movimenti della spalla fino alla rigidità completa, e deriva dall’infiammazione progressiva della capsula di tessuto connettivo che circonda l’articolazione della spalla, causata per esempio dall’immobilizzazione forzata in seguito a traumi o interventi.
Quando lo specialista lo riterrà opportuno, sarà necessario iniziare un programma di riabilitazione, dapprima con terapie fisiche che permettano di controllare meglio il dolore e poi con massaggi e con l’esecuzione di esercizi specifici indicati dal fisioterapista. Può essere utile anche la ginnastica funzionale, ovvero un allenamento mirato a riconquistare i movimenti dell’articolazione dal punto di vista sia della vita quotidiana sia sportivo o professionale per chi ha necessità particolari.