Formicolii alle prime dita della mano (pollice, indice e medio), dolore al polso e all'avambraccio, che può arrivare fino alla spalla, talvolta accompagnato da calo di forza e difficoltà a eseguire movimenti abituali. Si tratta di manifestazioni che non vanno trascurate e che devono indurre a consultare il medico per una valutazione: potrebbe trattarsi di sindrome del tunnel carpale, una condizione che in assenza di trattamenti adeguati può creare fastidiosi disturbi.

Che cos'è la sindrome del tunnel carpale

La sindrome del tunnel carpale è una neuropatia legata alla compressione del nervo mediano a livello del polso, nel punto in cui attraversa il canale formato dalle ossa carpali (nella parte inferiore) e dal legamento trasverso del carpo (nella parte superiore). I disturbi associati alla sindrome del tunnel carpale derivano dall’ispessimento del legamento trasverso del carpo, che va a schiacciare il nervo mediano oppure a ridurre lo spazio e ad aumentare la pressione all'interno del canale, che contiene anche tendini e vasi sanguigni.

A causare l’ispessimento del legamento trasverso del carpo e, quindi, la sindrome del tunnel carpale sono soprattutto ragioni di ordine professionale legate all’esecuzione protratta di movimenti ripetuti di flessione ed estensione della mano, indipendentemente dall’entità dello sforzo eseguito. I movimenti ripetuti causano un’infiammazione che, nel tempo, porta a un aumento della pressione all’interno del tunnel con compressione sul nervo mediano e conseguente compromissione della sua vascolarizzazione. 

Il disturbo può colpire il macellaio che deve far forza con la mano per tagliare la carne così come l’impiegato che usa il mouse per molte ore al giorno. Altre categorie di persone a rischio sono le casalinghe, i cuochi, i parrucchieri, chi lavora in imprese di pulizia, gli operai e i conducenti dei mezzi di trasporto pubblico.

La sindrome del tunnel carpale può essere favorita da pregresse fratture del polso e dalla presenza di patologie sistemiche, come per esempio il diabete, l'insufficienza renale cronica, la gotta o l’artrite reumatoide. 

Altri fattori di rischio sono l'obesità e la gravidanza (a causa della ritenzione idrica associata alle variazioni ormonali caratteristiche della dolce attesa), nonché l’assunzione di contraccettivi ormonali. L'avanzare dell’età è un’ulteriore aggravante, in quanto all’effetto di diversi anni di attività lavorativa si sommano problemi articolari comuni, come l’artrosi.

Tunnel carpale: i principali sintomi

All’esordio, la sindrome del tunnel carpale si manifesta con sintomi che segnalano l’irritazione del nervo mediano, come formicolii alle dita (in particolare, a livello di pollice, indice e medio e, a volte, di parte dell’anulare), che possono essere accompagnati da dolore, talvolta bruciante. Quest’ultimo può arrivare dalla mano fino al gomito e alla spalla. In fase iniziale, questi disturbi insorgono soprattutto durante la notte, rendendo problematico il riposo. 

Ciò può essere dovuto al fatto che, mentre si dorme, la mano può rimanere a lungo in postura iperestesa o flessa, favorendo l'aumento della pressione all’interno del tunnel carpale. Inoltre, quando si resta sdraiati per diverse ore, i liquidi corporei si ridistribuiscono, concentrandosi soprattutto agli arti superiori con conseguente aumento della pressione all’interno del tunnel carpale e, quindi, della compressione del nervo mediano. 

Con l'evolvere del disturbo, i sintomi diventano sempre più frequenti e fastidiosi anche durante il giorno e l’insorgenza improvvisa del dolore può costringere a interrompere l’attività lavorativa per minuti o per ore oppure a effettuare movimenti particolari con la mano in attesa di poterla utilizzare di nuovo.

Chi soffre di sindrome del tunnel carpale spesso presenta anche altre patologie a carico delle articolazioni delle dita, della mano e del polso, che aggravano la sintomatologia. 

In particolare, in molti casi, è presente anche la tenosinovite del pollice con "dito a scatto" e/o la rizoartrosi, una forma di artrosi che interessa l'articolazione alla base del pollice e che causa un forte dolore al dito, limitandone le possibilità di utilizzo, soprattutto nei movimenti di torsione (come quelli necessari per aprire un barattolo o la moka, ruotare la maniglia a pomolo una porta, strizzare un canovaccio ecc.). Tenosinovite del pollice e/o rizoartrosi possono insorgere facilmente dopo una distorsione o un trauma di una certa importanza a carico di questo distretto articolare.

Tunnel carpale: perché fa male la spalla

In genere, il dolore e le parestesie (formicolii e alterazioni della sensibilità) tipicamente associate alla sindrome del tunnel carpale si manifestano lungo il decorso del nervo mediano, principalmente tra il polso e le prime dita della mano. In alcuni casi, tuttavia il dolore può irradiarsi anche in direzione opposta, ovvero verso l'avambraccio, il gomito e la spalla. 

In uno studio che ha esaminato la localizzazione del dolore e degli altri sintomi in pazienti con sindrome del tunnel carpale diagnosticata con elettromiografia (quindi accertata dal punto di vista della sofferenza del nervo mediano), è stato osservato che il 21% dei pazienti lamentava parestesie e dolori all'avambraccio, il 13,8% segnalava dolore al gomito, il 7,5% dolore al braccio, il 6,3% dolore alla spalla e lo 0,6% al collo.

Anche in caso di sintomi che si manifestano al braccio o alla spalla, l'origine del dolore della sindrome del tunnel carpale è sempre legata alla compressione del nervo mediano a livello del polso.

Tuttavia, anche a fronte di una diagnosi clinica e strumentale certa di sindrome del tunnel carpale, in presenza di dolore alla spalla significativo si dovrebbe effettuare una visita specialistica (ortopedica o fisiatrica) anche a questo livello, dal momento che non si può escludere a priori la presenza di una seconda alterazione muscoloscheletrica dovuta ad altre cause.

Per esempio, una sindrome del tunnel carpale promossa da movimenti ripetitivi sul luogo di lavoro o mentre si pratica sport, potrebbe aver indotto a usare in modo non corretto o ripetitivo anche la spalla dello stesso lato, favorendo lo sviluppo di artrosi della spalla nel corso degli anni e/o fenomeni infiammatori a carico di tendini (tendinite) e legamenti. A essere più spesso interessati da infiammazione sono soprattutto le strutture che compongono la "cuffia dei rotatori", l'insieme dei muscoli e dei tendini che connettono la cavità della scapola alla testa dell'omero, responsabili della stabilizzazione e del corretto movimento dell'articolazione della spalla. 

Un'altra causa di dolore alla spalla, associata a forte limitazione nei movimenti (fino al completo blocco dell'articolazione per alcune settimane o mesi) è la cosiddetta "spalla congelata", una condizione dovuta all'ispessimento della capsula che riveste l'articolazione. A esserne interessate sono soprattutto persone d'età compresa tra 40 e 60 anni (principalmente, donne) e chi soffre di patologie come diabete, disturbi della tiroide, malattia di Parkinson e alcune patologie cardiache. 

Eventi come la lesione della cuffia dei rotatori o la lussazione della spalla sono altre ben note cause di notevole dolore e limitazione dei movimenti della spalla e del braccio che possono perdurare a lungo e ripresentarsi dopo un primo episodio, soprattutto se non vengono rimossi i fattori di rischio (in particolare, lavori pesanti o sport che impegnano le braccia, le spalle e il tronco). In questi casi, all'origine dei sintomi e delle lesioni c'è spesso un trauma e l'eventuale compresenza di sindrome del tunnel carpale è da ritenersi non correlata, ossia dovuta soltanto una sfortunata coincidenza.

Nei rari casi in cui insieme ai tipici sintomi della sindrome del tunnel carpale a livello di polso, mano e dita, è presente anche dolore al collo che si irradia verso il braccio associato a formicolii e calo di forza, va considerata la possibile presenza di artrosi cervicale oppure di un'ernia del disco a livello del primo tratto della colonna vertebrale.

Dolore alla spalla e tunnel carpale: trattamenti

Prima di intraprendere qualunque terapia, è essenziale definire esattamente perché si manifesta il dolore. La diagnosi si basa in primo luogo sull’anamnesi, ovvero sull'analisi dei sintomi e della loro modalità d’insorgenza e della storia clinica del paziente, e sulla visita specialistica neurologica.

Il passo successivo è l’esecuzione dell'elettromiografia, un esame che valuta l’attività del nervo mediano e dei muscoli da esso innervati, permettendo di confermare la diagnosi di sindrome del tunnel carpale oppure di escluderla, orientando verso altri disturbi a carico del polso, del braccio, della spalla o della colonna cervicale (in particolare, ernia del disco o artrosi cervicale). Per questa ragione è importante che la diagnosi di sindrome del tunnel carpale venga effettuata da uno specialista esperto non soltanto di disturbi ortopedici, ma anche neurologici.

Una volta stabilito che si tratta proprio di sindrome del tunnel carpale, si passa ai trattamenti. In una prima fase, se la compressione è lieve-moderata, si può utilizzare un approccio conservativo. Le azioni possibili su questo fronte prevedono la somministrazione di farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) topici o per bocca per alleviare infiammazione e dolore. I primi possono essere applicati sotto forma di gel, creme o cerotti a lento rilascio. Sono inoltre possibili altre terapie specifiche, che richiedono però la somministrazione da parte di operatori sanitari. 

In alternativa o, più spesso, in aggiunta ai farmaci antinfiammatori, per la cura della sindrome del tunnel carpale si possono utilizzare tutori che lasciano libere le dita e consentono di usare la mano, evitando però i movimenti di flessione ed estensione del polso che vanno a sollecitare eccessivamente i tendini contenuti nel tunnel carpale e il nervo mediano. I tutori possono essere indossati sia di notte, per proteggere il polso da una postura inadeguata durante il sonno, sia di giorno, soprattutto se si eseguono attività lavorative che impegnano molto la mano. 

Dal momento che molto spesso i trattamenti conservativi non sono risolutivi sulla sindrome del tunnel carpale (ossia la compressione del nervo mediano), diventa necessario sottoporsi a visita specialistica neurochirurgica per valutare ulteriori interventi diagnostico-terapeutici.

Come prevenire la sindrome del tunnel carpale e i sintomi alla spalla

Dal momento che le cause effettive della sindrome del tunnel carpale non sono ben chiare, prevenire lo sviluppo del disturbo è possibile soltanto in parte, minimizzando gli effetti negativi dei fattori di rischio noti. 

Innanzitutto, se sono presenti patologie che predispongono a questo disturbo, è fondamentale sottoporsi a trattamenti appropriati prescritti dal medico di famiglia o dallo specialista.
Quindi, è essenziale evitare di eseguire movimenti ripetitivi o, se ciò non è possibile a causa dell'attività lavorativa, effettuare ogni giorno esercizi "di compensazione" per ridurre lo stress a carico della mano e del polso, sciogliere e rinforzare i muscoli e favorire il mantenimento della mobilità e della salute articolare. 

Un ulteriore accorgimento utile consiste nel dotarsi di dispositivi (per esempio, mouse sagomati) e impugnature ergonomiche per limitare al massimo l'impegno richiesto alle articolazioni delle dita, della mano e del polso e prevenire l'ispessimento del legamento trasverso del carpo e la compressione del nervo mediano.

Il ricorso alla fisioterapia può essere previsto sia per la prevenzione dei disturbi sia a supporto e completamento della cura della sindrome del tunnel carpale, in particolare dopo l'intervento chirurgico. Gli obiettivi principali della terapia manuale e della ginnastica posturale sono la mobilizzazione delle articolazioni della mano e del polso e l'apprendimento di gesti ergonomici in sostituzione di quelli abituali a rischio. 

La riabilitazione fisioterapica attraverso diverse tecniche riabilitative, dopo un eventuale intervento chirurgico, è imprescindibile per far recuperare alla mano una piena funzionalità (contrastando anche la tendenziale rigidità dovuta al periodo di riposo forzato) e per ridurre il rischio di recidive, purtroppo sempre possibili, soprattutto in chi soffre per esempio di diabete, artrite reumatoide, artrosi.

Ti potrebbe interessare anche

Dolore gomito

Dolore gomito

Il dolore al gomito non è un vero e proprio disturbo, ma un sintomo associato a un gran numero di ...

leggi tutto
Tenosinovite

Tenosinovite

I tendini sono strutture fibrose, elastiche e resistenti, che collegano le estremità dei muscoli alle ...

leggi tutto

Vuoi saperne di più?

Torna a dolore