Gomito del golfista o epitrocleite: cos'è e come trattarlo

Gomito del Golfista (o Epitrocleite): cos'è e come trattarlo | Brexidol

A cura della Redazione Brexidol

La chiamano “gomito del golfista”, ma in realtà è un problema che non riguarda solo chi pratica il golf. Più frequente fra le donne e fra gli individui di mezza età (tra i 40 e i 60 anni), l’epitrocleite corrisponde solo al 10% di tutti i casi di tendinopatie del gomito. Si tratta, quindi, di una patologia più rara rispetto all'epicondilite laterale, comunemente chiamata “gomito del tennista”.

L’epitrocleite, più che un processo infiammatorio acuto, è considerato una tendinosi cronica caratterizzata da degenerazione tendinea. Tuttavia, l'infiammazione generalizzata è una sua peculiarità, soprattutto nella fase più iniziale.

Cos'è il gomito del golfista?

Il gomito del golfista interessa i tendini presenti a livello dei muscoli epitrocleari. 

Questo disturbo viene chiamato in medicina anche “epicondilite mediale” o “epitrocleite” perché i muscoli epitrocleari si inseriscono nell'omero (l'osso che parte dall'articolazione della spalla e prende contatto con ulna e radio, le ossa dell'avambraccio, proprio a livello del gomito) a livello di una protuberanza ossea detta “epicondilo mediale” o “epitroclea”. 

Il gruppo dei muscoli epitrocleari include i muscoli dell'avambraccio che permettono il movimento di flessione (muscoli flessori) e di rotazione verso l'interno (muscoli pronatori). 

Le strutture più spesso coinvolte nell'epitrocleite sono il tendine flessore radiale del carpo e il pronatore rotondo, ma tutti i tendini presenti in questa zona (come il flessore ulnare del carpo) possono essere colpiti da questo disturbo.

Sintomi del gomito del golfista o epitrocleite

I sintomi dell'epitrocleite compaiono in genere nel braccio dominante. Il più tipico è il dolore localizzato nella parte interna del gomito. 

Il fastidio tende a peggiorare con i movimenti, soprattutto quando è necessario afferrare degli oggetti o lanciarli, oppure durante movimenti di pronazione o flessione. Il riposo tende invece a farlo diminuire; tuttavia, il dolore può essere particolarmente forte al mattino, dopo il risveglio.

Nella maggior parte dei casi la comparsa del dolore della parte interna del gomito è graduale. Fanno eccezione le situazioni in cui il problema è associato a un trauma acuto.

A volte la sindrome dolorosa coinvolge l'avambraccio, e in alcuni casi può estendersi fino al polso. La cronicizzazione del disturbo può anche essere associata a una riduzione della forza di presa della mano. Inoltre la sintomatologia può includere anche intorpidimento, formicolio, debolezza e rigidità del gomito.

Per la diagnosi possono essere sufficienti un'accurata anamnesi e una visita medica. Non mancano però le situazioni in cui possono essere necessari approfondimenti strumentali per confermare un sospetto clinico di epicondilite mediale o per escludere la presenza di un'altra patologia o di lesioni ad altre strutture che potrebbero causare dolore al gomito, per esempio una lussazione.

La visita medica e eventuali esami strumentali possono rilevare eventuali calcificazioni o osteofiti (escrescenze di tessuto osseo dovuti all'accumulo di calcio) o una frattura, in particolare quando il dolore è acuto o se compare dopo un trauma. 

Fra i possibili disturbi con cui potrebbe essere confusa l'epitrocleite sono incluse le compressioni del nervo ulnare in cui, proprio come nel caso della sindrome del tunnel carpale, la pressione cui è sottoposto il nervo scatena sintomi come formicolio e intorpidimento.

Inoltre il gomito del golfista condivide alcuni sintomi con patologie come la cervicobrachialgia, (caratterizzata da un dolore che dalla zona cervicale si estende a tutto il braccio e che può essere associata a un'ernia), l’artrite reumatoide, l’artrosi, il fuoco di Sant'Antonio, la distorsione e rottura del legamento collaterale ulnare, una borsite e una sinovite. La visita medica e la prescrizione di alcuni esami possono essere utili per escludere la presenza di questi o altri problemi.

Cause del gomito del golfista

Le cause del dolore provato da chi è colpito da gomito del golfista sono da ricercare in un uso eccessivo dei muscoli interessati. Inoltre, anche stress ripetuti possono scatenare questa forma di tendinosi. 

In particolare, l'epitrocleite è associata ad attività che richiedono spesso di afferrare dei pesi, ruotare verso l'interno l'avambraccio e flettere il polso.

Proprio perché alla sua base c'è la ripetizione di movimenti di questo tipo, l'epicondilite mediale è particolarmente frequente fra atleti come i golfisti, che per lo stesso motivo sono soggetti anche a problematiche a carico della spalla (in particolare alla cuffia dei rotatori).

Questi stessi movimenti espongono al rischio di epitrocleite chi pratica il lancio del giavellotto, il baseball o il sollevamento pesi, chi gioca a tennis e a bowling, gli arcieri, gli scalatori. 

I più colpiti restano comunque i golfisti (da cui prende il nome), i tennisti e i lanciatori del baseball, più predisposti a un sovraccarico funzionale a causa delle intense forze in gioco durante i gesti tipici dell'attività sportiva che praticano.

Non mancano però nemmeno i casi in cui l'evento scatenante i sintomi del gomito del golfista è un trauma acuto causato da una contrazione muscolare improvvisa.

Inoltre è bene ricordare che esistono dei fattori di rischio predisponenti: l'abitudine al fumo, il diabete, l'obesità e, naturalmente, l'esecuzione di compiti che richiedono la flessione ripetitiva del polso o la pronazione ripetitiva dell'avambraccio per almeno due ore al giorno. 

Anche per questo gli sportivi non sono gli unici a esserne colpiti; al di fuori del mondo dello sport, anche carpentieri, operai, macellai e ristoratori possono ritrovarsi alle prese con l'epitrocleite nonostante non abbiano mai messo piede in un campo da golf.

Cosa fare in caso di epitrocleite: rimedi e trattamenti

Nell'80% circa dei casi l'epitrocleite si risolve spontaneamente. Anche se i tempi di guarigione si possono allungare fino a 3 anni, una cura adeguata permette alla maggior parte dei pazienti la ripresa delle normali attività. 

Nel caso il medico curante ritenga opportuna una visita più approfondita, gli specialisti cui rivolgersi in caso di epitrocleite sono quelli in ortopedia e traumatologia. 

Il primo passo per ritrovare il benessere è sospendere tutte le attività che possono aver causato il problema; contemporaneamente, è bene cercare di alleviare il dolore.

La crioterapia con il ghiaccio può essere utile solo nella fase acuta; quando il problema è ormai cronico potrebbe invece essere più adatto un trattamento con il calore

Inoltre è consigliabile utilizzare dei rimedi contro il dolore, come i farmaci antinfiammatori non steroidei (i cosiddetti FANS) da applicare localmente sotto forma di gel, creme o cerotti medicati.

In alcuni casi può essere utile anche l'uso di un tutore che permetta una compressione della zona e scarichi il tendine. Alcune soluzioni, da utilizzare quando si è a letto, possono aiutare a evitare lo stress associato alle posizioni assunte mentre si dorme. 

In un secondo momento è necessario affidarsi alle competenze di fisioterapisti che aiutino a restituire al braccio tutte le possibilità di movimento attraverso un percorso di fisioterapia e riabilitazione

Una volta recuperata la funzionalità e scomparso il dolore, il fisioterapista può aggiungere, gradualmente, esercizi di stretching, isometrici (che fanno contrarre la muscolatura senza muovere le articolazioni) e di resistenza (per rendere il muscolo più forte rispetto a quando fosse prima della comparsa dell'epitrocleite).

Come prevenire il gomito del golfista

Spesso il gomito del golfista è promosso da una postura scorretta, dall'uso di strumenti o equipaggiamenti non adatti o da tecniche poco corrette. Ciò significa che è possibile fare prevenzione agendo, prima di tutto, su questi aspetti.

In effetti, la modifica delle attività che hanno causato l'epitrocleite può essere considerata la terza e ultima fase del trattamento che permette il recupero. Ad essa dovrebbe essere abbinato un programma di allenamento che consenta di mantenere i muscoli forti e flessibili e ridurre, così, la ricomparsa del problema.

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